Ville e giardini medicei patrimonio mondiale dell’Umanità

Firenze festeggia l’importante riconoscimento con un convegno internazionale e la restituzione al pubblico delle quattordici lunette attribuite a Giusto Utens.

 

Petraia totaleNel corso del 37° “Committee World Heritage UNESCO”, svoltosi dal 16 al 27 giugno 2013 a Phnom Penh, è stato approvato l’inserimento di dodici ville e due giardini medicei nella lista dei siti riconosciuti e tutelati come Patrimonio mondiale dell’Umanità. La Toscana ha portato così a sette i suoi siti riconosciuti: oltre a quello di fresca nomina, il centro storico di Firenze, quello di San Gimignano, di Siena, di Pienza, piazza del Duomo a Pisa e il paesaggio culturale della Val d’Orcia. Ricordiamo inoltre che l’Italia, con i suoi 49 siti Unesco, è la nazione al mondo con il maggior numero di luoghi dichiarati Patrimonio dell’Umanità.

A poco meno di un anno, Firenze ha celebrato l’ambito riconoscimento con un week-end ricco di iniziative. Primo appuntamento, il prestigioso convegno di studi dal titolo “Le Ville e i Giardini medicei in Toscana nella Lista  del Patrimonio Mondiale. I temi e le metodologie di gestione nelle esperienze internazionali e nazionali emergenti”, svoltosi il 9 e 10 maggio all’auditorium di Sant’Apollonia e alla villa medicea di Poggio a Caiano. Durante il serrato programma dei lavori si sono susseguiti gli interventi di importanti personalità impegnate a livello internazionale nella tutela e conservazione dei beni culturali: Yoshifumi Muneta ha portato l’esempio de Le ville e i giardini giapponesi, la tutela e la gestione. L’ esperienza di Kyot; mentre Rémi Deleplancque ha parlato di Castles and gardens in the UNESCO cultural landscape of the Loire Valley; mentre Michael Rohde ha spiegato la Gartendirektion The Prussian gardens – research, maintenance, monument methodology, restoration and conveyance; infine, Monica Luengo ha basato il proprio intervento su A coordinated common management: planning and collaboration in Spanish historic gardens.Trebbio totale

Le celebrazioni sono poi proseguite sabato 10 e domenica 11 quando Kishore Rao, direttore del World Heritage Centre UNESCO, ha consegnato il certificato ufficiale di iscrizione del sito “Ville e Giardini medicei in Toscana” nella lista del Patrimonio mondiale e sono state scoperte le quattordici targhe in ricordo della nomina, una per ogni villa e giardino: Cafaggiolo, il Trebbio, Careggi, Fiesole, Castello, Poggio a Caiano, Petraia, Boboli, Cerreto Guidi, Seravezza, Pratolino, La Magia, Artimino e Poggio Imperiale.

Infine, il 14 maggio, è stata inaugurata nelle sale della villa medicea La Petraia la mostra permanente sulle lunette attribuite all’artista fiammingo Giusto Utens e raffiguranti le ville dei Medici così come si presentavano alla fine del XVI secolo. La serie fu commissionata dal granduca Ferdinando I  e realizzata tra il 1599 e il 1609. Era pensata come ‘documento di proprietà’, cioè come una sorta di catalogo del patrimonio fondiario della famiglia, costituito da luoghi di svago e di rappresentanza, ma anche da aziende agricole e presidi sul territorio. E in effetti ogni lunetta presenta, con un’inedita veduta prospettica a volo d’uccello, il dettaglio di ciò che era incluso nei confini delle varie proprietà, in un’evidente intenzione elencatoria. Tanto che vengono studiate e universalmente riconosciute come valido e sicuro documento per qualsiasi  analisi storica e strutturale dei complessi architettonici di proprietà medicea.Pratolino totale

Originariamente, la serie dei dipinti era parte integrante dell’arredo della villa di Artimino, dove rimasero fino alla vendita del complesso, decisa dai Lorena all’inizio degli anni Settanta del Settecento. Da qui vennero trasferite prima nella villa di Castello, poi nei depositi delle Gallerie fiorentine. Ma delle 17 lunette originarie, solo 14 divennero proprietà dello stato; le tre mancanti, dedicate a Careggi, Cerreto Guidi e alla stessa Artimino, andarono disperse già alla fine del Settecento, come fanno trapelare alcune note d’archivio. Dalla metà del Novecento le lunette superstiti furono esposte nel percorso di “Firenze com’era”, il museo topografico dedicato alla città. Dopo la sua chiusura, decisa alcuni anni fa, furono sottoposte a un accurato intervento di restauro a cura di Rossella Lari, intervento che ha portato, tra l’altro, a nuove ipotesi attributive ancora in fase di verifica.

Le lunette vengono ora restituite alla pubblica fruizione con una collocazione, presso la villa della Petraia, che vuole assume il valore di una restituzione in un contesto simile a quello per cui erano state pensate. Non ad Artimino, oggi di proprietà privata, né a Castello, sede dell’accademia della Crusca, ma comunque nel museo di una villa medicea, per altro regolarmente aperta al pubblico.

Lorena Vallieri

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